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“Il simbolismo nella Pittura Neorupestre” di Andrea Benetti

19 de Septiembre del 2012 a las 16:01:35 0 Leído (639)

Dall 13 agosto al 16 settembre 2012, saranno in mostra 42 opere scelte di Andrea Benetti a Montevergini, la Galleria Civica di Arte Contemporanea di Siracusa, ad Ortigia, a pochi metri dal Duomo. Visto il respiro internazionale del luogo e l'incessante flusso di amanti dell'arte e della cultura, provenienti da tutto il mondo, tutto il materiale divulgativo (striscioni. locandine, inviti, depliant, cataloghi, ecc.) è realizzato in lingua italiana ed inglese. La mostra si intitola "IL SIMBOLISMO NELLA PITTURA NEORUPESTRE" ed è curata, insieme al catalogo, da Dario Scarfì (Comune di Siracusa - Assessorato alle Politiche Culturali e UNESCO - Coordinatore del Padiglione "Sicilia" – 54. Biennale di Venezia) da Gregorio Rossi (Curatore del M.A.C.I.A. Museo di Arte Contemporanea Italiana in America - Curatore del padiglione "Natura e sogni" alla 53. Biennale di Venezia) e da Sabrina Collina (Presidente I.A.P. Italian Art Promotion). La mostra è patrocinata dalla Regione Siciliana, dalla Provincia e dal Comune di Siracusa, dall'Associazione Culturale della Johns Hopkins University e dall'Istituto Europeo Pegaso.

COMUNICATO STAMPA

TITOLO DELLA MOSTRA DI PITTURA: “Il simbolismo nella Pittura Neorupestre”
ARTISTA: Andrea Benetti
OPERE: 42 opere scelte 2008/12
A CURA DI: Dario Scarfì, Gregorio Rossi e Sabrina Collina
LUOGO: Montevergini – Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Siracusa
INDIRIZZO: via Santa Lucia alla Badia 11 – Siracusa (Ortigia)
CON IL PATROCINIO DI: Regione Siciliana, Provincia di Siracusa, Comune di Siracusa, Friends of the Johns Hopkins University, Istituto Europeo Pegaso, M.A.C.I.A. Museo d'Arte Contemporanea Italiana in America
INAUGURAZIONE: lunedì 13 agosto > 18,30
Le opere saranno in esposizione dal 13 agosto al 16 settembre 2012
ORARI: 10:00 - 13:00; 16:00 – 20:00. Domenica e lunedì chiuso. Entrata libera
INFORMAZIONI: tel. +39 338 9290128 - +39 931 24902
SITI WEB: www.andreabenetti.com – www.andreabenetti-foundation.org
CATALOGO: “Il simbolismo nell'arte Neorupestre” a cura di Dario Scarfì, Sabrina Collina e Gregorio Rossi – MediaBrain Edizioni – 92 pagine - clicca qui per consultare il catalogo on line
Ore 18:30 > 13 agosto inaugurazione alla presenza di Andrea Benetti

PRESS RELEASE

TITLE OF PAINTING EXHIBITION: “The symbolism in Neo Cave Painting”
ARTIST: Andrea Benetti
WORKS: 42 selected works 2008/12
CURATED BY: Dario Scarfì, Gregorio Rossi e Sabrina Collina
PLACE: Montevergini – Siracusa Civic Gallery of Contemporary Art
SUPPORTED BY: Regione Siciliana, Provincia di Siracusa, Comune di Siracusa, Friends of the Johns Hopkins University, Istituto Europeo Pegaso, M.A.C.I.A. Museum of Contemporary Italian Art of America
ADDRESS: via Santa Lucia alla Badia 11 – Siracusa (Ortigia)
SHOW OPENING: monday August 13 > 18,30
The works will be on display from August 13 to September 16, 2012
OPENING: Tuesday to Sunday 10:00 > 13:00 and 16:00 > 20:00 - Free entrance
INFORMATION: tel. +39 338 9290128 - +39 931 24902
WEB SITES: www.andreabenetti.com – www.andreabenetti-foundation.org
CATALOGUE: “The symbolism in Neo Cave Painting” curated by Dario Scarfì, Sabrina Collina e Gregorio Rossi – MediaBrain Edizioni – 92 pagine - click here to see the catalogue on line
August 13th > 18:30 - Show opening by artist Andrea Benetti

“Il simbolismo nella pittura Neorupestre”

L’arte “neorupestre” di Andrea Benetti non è fatta su pietra né su parete rocciosa: è fatta su tela. Non ci si aspetti, dunque, un artista con le mani callose e frante, munito di martello e scalpello, sudato e sporco di schegge e di polveri. Al più lo insudiciano qualche macchia di olio, o di henné o di colore.
L’arte “neorupestre” è, dunque, una – finzione; una finzione nella quale – per parafrasare Gorgia – è più saggio chi si lascia ingannare.
La pittura di Benetti ci invita a compiere un viaggio a ritroso: una sorta di regressus ad uterum per farci ritrovare il nostro rapporto e l’equilibrio armonico con la Natura, che i falsi idoli della modernità e del progresso fini a se stessi hanno alterato e ci hanno fatto disperdere.
La “rupe”, cui Benetti affida i propri segni e i propri colori, è una rupe finta nella realtà, e che – tuttavia – richiama l’anelito alla stabilità e alla fermezza, alla forza imperitura del messaggio ad essa affidato; l’idea che di fronte al transeunte vi è l’immutabile e che di fronte al sacro vi è il profano.
L’arte rupestre era un atto magico che si svolgeva all’interno di una caverna; al rito partecipavano l’artista-sacerdote e, forse, anche i capi della tribù: i profani ne rimanevano fuori, “davanti” appunto.
Il segno – inciso graffito dipinto – era il rito, chiamato di volta in volta ad ogni visione, a ricreare l’universo simbolico e spirituale. Questo deve fare chi si accosta alla pittura di Benetti: rientrare nella propria caverna, penetrare il simbolismo delle immagini per accedere all’archetipo del quale il glifo è la mera espressione formale.
Benetti, nel ricostruire questo fitto ordito di rimandi richiami e allusioni (ché l’artista, nessun artista, può svelare del tutto: il mistero è, per propria natura, segreto intimo inspiegabile), intende restituire alle immagini la forza della preghiera. Non agli déi, s’intende; una preghiera laica che punta ai più puri sentimenti del cuore per la stessa forza evocativa delle immagini.
Così, anche le forme “moderne” (le macchine, i giocatori di golf, gli aquiloni o le barche a vela), trattate alla stessa maniera di quelle “naturali” (i fiori, i pesci, l’universo o i cavalli), diventano tormentate visioni che si animano e vivono all’interno delle campiture “naturali” delle diaclasi delle “rocce”.

Dario Scarfì
Comune di Siracusa – Assessorato alle Politiche Culturali e UNESCO
Coordinatore del Padiglione “Sicilia” alla 54. Biennale di Venezia


“The symbolism in Neo Cave Painting”

Andrea Benetti’s “Neo Cave Art” is not painted on rocks nor on rocky cave walls: it is painted on canvas. So don’t expect an artist with roughened, callused hands, armed with hammer and chisel, sweating and covered with chips and dust. At worst, you might catch him with a few spots of oil, or splashed with henné or paint.
So “Neo Cave Art” is a sort of fiction, the kind in which– to paraphrase Gorgia – those who let themselves be fooled are all the wiser.
Benetti’s painting invites us to take a trip backwards in time: a sort of regressus ad uterum to help us rediscover our relationship and harmonic balance with Nature, that which the false idols of progress-as-an-end-in-itself have altered and are forcing us to lose contact with.
The “cliff wall” where Benetti leaves his marks and colors, is actually a false cliff, that reminds us of our longing for stability and certainty, for the undying strength of the message it carries; the idea that before the transient stands the unchangeable and before the sacred stands the secular.
Cave painting was a magical act that took place inside a cavern; the artist-priest took part in the ritual perhaps alongside the tribal chiefs: the non-holy were left outside, “out front”, precisely.
The mark they made, a carved and painted groove was the ritual, called upon each time and in every vision to recreate a symbolic and spiritual universe. That is what any observer of Benetti’s painting must do: retreat into their own cave, penetrate the symbolism of the imagery in order to gain access to the archetype for which the glyph is but mere formal expression.
In constructing this intricate web of references and allusions (which no artist can reveal completely: mystery is by its own nature an inexplicable and intimate secret), Benetti means to restore to the images the strength of prayer. Not prayer to the gods; a layman’s prayer that embodies the purest sentiment of the heart with the same evocative force of the images.
So, even the “modern” forms, (cars, golf players, kites and sailboats), are treated the same as natural forms (flowers, fish, the universe or horses). All of them become tormented visions that come to life and thrive within the “natural” background of the junctures of the “rocks”.

Dario Scarfì
Siracusa Municipality – Department of Cultural Policy and UNESCO
Coordinator “Sicily” Pavilion - 54th Venice Biennale




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